Dal visibile all’invisibile

Alcuni anni fa un’amica mi fece conoscere il dipinto di Antonello da Messina la “Pietà” conservato nel Museo del Prado. L’emozione che suscitò in me la vista dell’Angelo che sostiene Cristo morto tra le sue braccia è difficile da esprimere a parole. La piccola tavola entrò a far parte delle collezioni del Museo nel 1967 e attualmente si trova esposto nella magnifica mostra “Un luogo di memoria 1819-2019”.

Antonello da Messina è probabilmente il più importante pittore rinascimentale dell’Italia meridionale, conosciuto per la precoce ricezione della tecnica fiamminga della pittura ad olio (Giorgio Vasari nelle sue Vite lo riteneva diretto discepolo di Jan Van Eyck). Molte sono le lacune sulla vita del pittore messinese; tuttavia, notizie documentarie attestano di un suo viaggio in Italia, prima a Napoli dove fu allievo del maestro Colantonio e poi a Venezia. Durante questo periodo Antonello avrebbe appreso le regole della prospettiva matematica tanto da ottenere, al suo arrivo nella città lagunare, numerosi incarichi importanti. Lavorò quasi sicuramente per gli Sforza di Milano e morì in Sicilia, nella natale Messina, a 49 anni.

Antonello realizzò una sintesi perfetta tra la pittura fiamminga, le esperienze italiane del Quattrocento e la visione del colore e della luce della pittura veneziana, elaborando un suo stile personale e inconfondibile che ebbe un grande impatto fra i suoi coetanei. Alquanto difficile doveva essere in quel periodo trovare una tecnica simile tra i pittori del momento.

Ripercorrere le orme di un artista è un buon pretesto per viaggiare. Dopo essere stata rapita dall’Angelo della “Pietà” del Museo del Prado, mi ricordai di quel misterioso cavaliere della sala 5 del Museo Thyssen che ti osserva mentre sei intenta ad ammirare “Giovanna Tornabuoni” del Ghirlandaio.

Detto cavaliere mi sfidò ad intraprendere un’altra impresa: visitare il “San Geronimo nello studio” della National Gallery. Un’opera colma di simbolismo, prospettiva e descrittivismo minuzioso. Ma la National Gallery possedeva anche un altro di quei suoi ritratti maschili di profonda analisi psicologica: un uomo dall’espressione prodigiosa che indossa un copricapo rosso … così mi spinsi oltre; conoscere il “Cristo alla colonna” del Museo del Louvre e ancora altri ritratti che mi condussero a Berlino, a Cefalù, negli USA…

Pertanto diventava imprescindibile la visita in Sicilia per conoscere l’Annunciata. Con Lei ci eravamo già conosciuti nel 2007. Lei si trovava lì, dietro una tenda ad aspettarmi, in una sala rossa e in penombra, all’interno di un piccolo museo di Taormina presso il Palazzo Corvaja. Appena scostai la tenda fui raggiunta da un vento gelido che mi lasciò paralizzata nel bel mezzo della calda estate siciliana

Sublime Visione

La Madonna era ritratta davanti a un libro dove le pagine sono mosse da un piccolo colpo di vento, o forse dal movimento delle ali dell’Angelo che si è allontanato velocemente. La mano destra dell’“Annunciata” era protesa in segno di saluto o, forse, di timore. L’altra mano era intenta a chiudere il mantello, per proteggere o custodire il suo seno verginale che era stato appena visitato. Il suo sguardo, assorto e sereno allo stesso tempo, fugava ogni dubbio: quella donna era stata appena visitata… Allora sentii di essere spettatrice di un momento glorioso e rivelatore: quell’attimo magico nel quale l’arte può curare l’anima

Sono tornata a vederla undici anni dopo, in occasione  di una mostra temporanea dedicata ad Antonello presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis* di Palermo, alla quale ho avuto il privilegio di partecipare, e che si concluderà il 10 febbraio 2019. L’Annunciata è rimasta nella sua consueta collocazione, nella sala magistralmente ideata per Lei dall’architetto Carlo Scarpa nel 1954; nella “sua” stanza la luce naturale entra da una finestra rinascimentale inondando il suo meraviglioso mantello azzurro prima che quella artificiale del museo venga accesa .

Durante la mia visita a Palermo sono tornata ogni giorno in quella sala per ammirare ogni singolo dettaglio dipinto così prodigiosamente da questo genio del Rinascimento

Quello di Palazzo Abatellis è un museo intimista, un prodigio simbiotico tra modernità e arte classica, dove le opere d’arte si raccontano e ti conducono nel tempo e nello spazio senza affaticarti. Durante la mia visita a Palermo sono tornata ogni giorno in quella sala per ammirare ogni singolo dettaglio dipinto così prodigiosamente da questo genio del Rinascimento: Antonio de Antonio, detto Antonello da Messina.

Antonello da Messina

* Per la visita alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis mi sono pregiata dell’aiuto di Emilio R. Montaperto ([email protected]) Laureato in Lingue e Letterature Straniere, studi universitari in Antropologia indirizzo storico-artistico e archeologico Emilio ha approfondito la sua conoscenza del patrimonio culturale europeo per dieci anni in Spagna conseguendo l’abilitazione autorizzata per i siti del Patrimonio Naciona Spagnolol. Ha lavorato, inoltre, presso il Museo del Prado e ciò gli ha consentito di aggiungere una base teorica alle competenze storico-artistiche già acquisite. Attualmente lavora come guida autorizzata nella Sicilia occidentale, dedicandosi ai visitatori che desiderano scoprire e condividere l’autentica anima dell’Isolaattraverso itinerari cittadini, visite a siti archeologici, monumenti e musei. Emilio anche tradotto l´articolo. Lingue; Italiano, Spagnolo,Portoghese.



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